Indicazioni per un’agenda del “dopo”

Renato Balduzzi

Mentre termino questo editoriale, sta cominciando in Italia, tra comprensibili timori e preoccupazioni, la cosiddetta “fase 2” della risposta al contagio dovuto al virus SARS-Cov-2 (d’ora in poi coronavirus, o anche, nel corpo della rivista, Covid-19): la speranza, che non deve mancare, che essa possa venire vissuta e affrontata con maggiore ordine e capacità di programmazione dovrà essere accompagnata da un atteggiamento di ancora più grande attenzione da parte di tutti, istituzioni e singoli cittadini, scienziati e professionisti sanitari, società civile e società politica. Un’attenzione che naturalmente non poteva (e non potrà, almeno nell’immediato futuro) non coinvolgere anche Corti Supreme e Salute. Essendo troppo presto – siamo ancora in piena pandemia, almeno in parecchi territori del nostro Paese – per fare bilanci, tutti gli interventi dedicati espressamente al coronavirus sono sotto il segno della provvisorietà e dell’incertezza. Non è, per contro, impossibile mettere in ordine i problemi, tentarne un’agenda, distinguendoli tra veri e falsi.

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