L’articolo approfondisce il delicato rapporto che intercorre tra la discrezionalità tecnica e il sindacato giurisdizionale con particolare riferimento al procedimento di autorizzazione dei progetti di ricerca scientifica che utilizzano animali. La Direttiva europea 63/2010 e il relativo recepimento avvenuto con d.lgs. 26/2014 hanno apportato diverse innovazioni all’iter valutativo compiuto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Consiglio Superiore di Sanità richiedendo delle valutazioni tecnico-scientifiche non sempre basate su scienze esatte che aumentano il margine di discrezionalità nelle scelte compiute dall’autorità competente ad autorizzare i progetti di ricerca. In questo contesto l’autore analizza il primo caso giurisprudenziale di annullamento di un’autorizzazione sulla sperimentazione animale attraverso l’approfondimento delle ordinanze n. 7130/2019, n. 230/2020 e n. 5914/2020 del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato, e della sentenza del TAR del Lazio n. 5771/2020.
The paper explores the delicate relationship between technical discretion and judicial review with particular reference to the procedure for authorizing scientific research projects that use animals. The European Directive no. 63/2010, transposed into national legislation with Legislative Decree no. 26/2014 brought various innovations to the evaluation process carried out by the Istituto Supeiore di Sanità and the Consiglio Superiore di Sanità, requiring technical-scientific evaluations not always found on exact sciences that increase the margin of discretion in the choices made by the competent authority to the authorization of research projects. In this context, the author analyzes the first jurisprudential case of annulment of an authorization on animal testing through an indepth study of ordinances no. 7130/2019, no.230/2020 and no. 5914/2020 of the Lazio Regional Administrative Court and the Council of State, and of judgment no. 5771/2020 of the Lazio Regional Administrative Court.