Uno stress test per le garanzie costituzionali dei diritti: pressione pandemica e fonti del diritto

D. Morana

Professoressa ordinaria di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università di Roma Tor Vergata, morana@uniroma2.it

Il contributo si sofferma su taluni aspetti problematici che hanno contraddistinto la produzione normativa nel corso dell’emergenza pandemica, in rapporto alla limitazione dei diritti costituzionalmente garantiti. Senza condividere le posizioni più allarmistiche, vengono evidenziati alcuni dei profili della decretazione d’urgenza e delle fonti secondarie che hanno destato i più consistenti dubbi di legittimità, in particolare relativamente al rispetto della riserva di legge nel porre restrizioni alle libertà costituzionali. Si fornisce poi un inquadramento di alcune delle misure restrittive, evidenziandone la riconducibilità alla disciplina contemplata nell’art. 16 (libertà di circolazione) e nell’art. 23 (libertà da prestazioni personali imposte) della Costituzione. Un accenno conclusivo è infine dedicato al ruolo svolto dalle evidenze offerte dalla scienza medica nell’indirizzare la discrezionalità legislativa e ad alcuni possibili rischi connessi a tale ruolo.

This paper examines a few problematic aspects of pandemic-era legislation restricting constitutionally protected rights. Rejecting the most alarmist stances, the Author delves into well-founded concerns regarding the dubious constitutionality of “urgent decrees” and secondary legislation limiting the above-mentioned rights, given the constitutional reservation to the legislature on the subject. The Author then proceeds to constitutionally contextualize those restricting measures, tracing them back either to article 16 (freedom of movement) or 23 (freedom from obligations of personal nature) of the Constitution. Lastly, the role of scientific evidence-based policy-making – and its risks – are briefly explored.

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